A Parigi i bronzi nei 5.000 e 10.000, poi il trionfo in volata per quello che le mancava. L’etiope naturalizzata olandese aveva infatti vinto a Tokyo i due ori in pista
È olandese il 48° e ultimo oro dell’atletica di Parigi 2024: lo conquista l’incommensurabile Sifan Hassan, vincitrice di una fantastica maratona in 2h22’55”, record olimpico, con un finale pirotecnico. Per la ragazza nata e cresciuta in Etiopia è la terza medaglia in una settimana dopo i bronzi di 5000 e 10.000 (l’ultimo conquistato 37 ore prima della 42 km) e la sesta della carriera: a Tokyo 2021 fu già oro nelle due prove in pista e bronzo nei 1500. Sifan è la Emil Zatopek dei giorni nostri: il cecoslovacco, a Helsinki 1952, vinse tutte e tre le prove sulle lunghe distanze. Ma nessuno, da Los Angeles 1984, aveva nemmeno osato cimentarsi sulle tre medesime gare. Sul podio, dopo una lunga, epica, estenuante volata, salgono anche la primatista del mondo, l’etiope Tigist Assefa (2h22’58”) e la keniana Hellen Obiri (2h23’10”). Mai, nella storia della maratona olimpica femminile, il divario tra prima e seconda era stato così ridotto (3”). Lontane le italiane: Sofiia Yaremchuk chiude al 30° posto in 2h30’20”, Giovanna Epis al 67° in 2h38’26”.
la gara
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Il percorso – durissimo – è lo stesso della gara maschile di 24 ore prima. Ma in questo caso, dopo un passaggio alla mezza in 1h13’22” e diciannove atlete nel gruppo di testa, le severe pendenze della salita nei pressi di Versailles, quattro chilometri con punte al 14% intorno al 30° e i tanti altri strappi, disseminati prima e dopo, fanno selezione solo in parte. Al 40° km (2h16’09”), infatti, il gruppo di testa è ancora composto da cinque atlete: insieme alla Hassan, alla Assefa e alla Obiri, ci sono l’altra keniana Sharon Lokedi e l’altra etiope Amane Beriso, campionessa del mondo in carica. Il ritmo si fa incandescente e la prima a cedere, delle cinque, è la Beriso, poi quinta. Poi, ai meno 600 metri dal traguardo, è la Lokedi a cedere. Finirà quarta. E poco alza bandiera bianca la Obiri, che pure è dotata di un grande spunto. Tra Hassan e Assefa, che a Rio 2016 corsero entrambe gli 800, è sfida corpo a corpo, letteralmente: c’è un contatto, rischiano di inciampare. Ma lo spunto di Sifan è irresistibile. Superato il record olimpico: con 2h23’07” apparteneva dell’etiope Tiki Gelana e risaliva a Londra 2012. Sesta è la giapponese Yuka Suzuki (2h24’02”), settima e seconda europea la romena Delvine Relin Meringor (2h24’56”).
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