L’ex portiere ed ex vice di Sacchi in Nazionale dà fiducia ai baby azzurri ed è convinto che anche a livello di Under 21 stiano venendo fuori talenti
Nel calcio da giocatore è stato “solo” portiere (Juventus e Napoli soprattutto) ma da allenatore Pietro “Gedeone” Carmignani ha svolto tutti i ruoli possibili, dai Beretti alla Primavera, da allenatore di prima squadra (Parma) a vice di Sacchi in Nazionale per tutto il periodo di Arrigo in azzurro. E di giovani promesse ne ha viste tante e ancora tante: qualcuno ce l’ha fatta, qualcun altro l’ha deluso (“ma deve prendersela con se stesso e capire dove ha sbagliato”). Intervistato in esclusiva da Virgilio Sport Carmignani si dice soddisfatto dei progressi della Giovane Italia che Spalletti sta forgiando per uscire dal tunnel dopo il flop di Euro2024.
Carmignani, le piace questa Italia-baby che sta tornando a vincere?
“Stanno crescendo questi ragazzi, fanno risultati e giocano bene, forse il peggio è passato. Scommetto che avranno un futuro, vanno incoraggiati. Merito dei club che gli stanno dando spazio, merito loro e dei loro sforzi e merito del ct che li sta amalgamando bene pur avendo poco tempo per allenarli”.
L’emblema è Daniel Maldini, nel nome del padre e del nonno, oltre ai vari Fagioli, Pisilli…
“E’ una dinastia di cui l’Italia può andar fiera. Quando era al Milan veniva criticato mentre ora forse lo rimpiangono. Lui ha avuto il coraggio e lo spirito di sacrificio di saper ripartire. Il suo ruolo? Come caratteristiche può giocare in diverse posizioni, dietro la punta o anche seconda punta, dipende dal modulo”.
Anche dall’Under 21 stanno venendo fuori talenti interessanti, come Baldanzi, Casadei, Fabbian...
“Io dico che se son bravi devono giocare, non si diventa bravi solo guardando i grandi ma giocando. E in più hanno un entusiasmo importante. L’Under può tornare a vincere come facevamo ai tempi di Cesare Maldini o Tardelli”.
Di giovani promesse ne ha viste tante in carriera, chi l’ha delusa di più?
“Nomi non ne faccio, nè nel bene nè nel male. Ce ne sono stati sicuramente, se vedete dove ho allenato tra giovanili e prima squadra è facile capire che di talenti non sbocciati ce ne sono stati ma sono fatto così e preferisco non indicarne uno piuttosto che un altro”
Che consiglio si sente di dare alla nidiata di Spalletti?
“Di amare la maglia, sempre. Che sia quella della nazionale come quella del club. Il calcio, come tutti gli sport, va amato e rappresentare il proprio paese è il massimo. Lasciamoli crescere, l’importante è che diano sempre tutto. Se uno vale 9 e rende 8 non va bene, se vale 7 e rende 7 va bene”.
Con Retegui abbiamo davvero risolto il problema del gol?
“Questo segna sempre, con lui ci divertiremo ma secondo me è stato solo un periodo breve di difficoltà nel reparto: di attaccanti bravi ne abbiamo sempre avuti e ne avremo sempre. Intanto godiamoci Retegui che può fare davvero cose importanti”