Giornata assurda quella vissuta martedì 19 novembre dal Piacenza, costretta a esonerare due allenatori in un giorno per via della protesta dei tifosi all’ingaggio di Bentivoglio
Situazione paradossale quella vissuta ieri martedì 19 novembre dal Piacenza. Dopo aver esonerato dall’incarico l’allenatore Carmine Parlato, la squadra emiliana iscritta al campionato di Serie D aveva affidato la panchina a Simone Bentivoglio, salvo poi risolvere immediatamente il suo contratto per via delle contestazione dei tifosi e richiamare Stefano Rossini, che era stato esonerato lo scorso ottobre.
Caos Piacenza, tre allenatori cambiati in un giorno
Potrebbe trattarsi di un record quello stabilito martedì 19 novembre dal Piacenza, che in sole ventiquattro ore ha cambiato ben tre allenatori. Prima l’esonero di Carmine Parlato dopo gli ultimi risultati negativi – nemmeno una vittoria nelle ultime cinque -, poi l’ingaggio di Simone Bentivoglio, durato solamente qualche ora sulla panchina emiliana a causa delle proteste dei tifosi, e infine la scelta di richiamare Stefano Rossini, il quale era stato sollevato dall’incarico di tecnico del Piacenza un mese e mezzo fa.
Il motivo dell’esonero lampo di Bentivoglio
A motivare la protesta dei tifosi del Piacenza contro l’ex Chievo, sarebbe stato il suo coinvolgimento nel caso scommesse esploso nel 2011, quando ai tempi giocava nel Bari, e per il quale aveva patteggiato a 13 mesi di squalifica. Tra l’altro a fare il nome di Bentivoglio ai tempi era stato un’ex Piacenza, Carlo Gervasoni, il cui nome non porta bei ricordi nella piazza emiliana.
Il comunicato dei tifosi
A spingere la società a sollevare immediatamente dall’incarico Bentivoglio e ad affidare nuovamente la panchina a Rossini – il quale era stato esonerato lo scorso 7 ottobre – era stato il duro comunicato ufficiale dei tifosi: “La Curva Nord Piacenza comunica che se il sig. Bentivoglio condurrà l’allenamento odierno non seguirà la squadra né in casa né in trasferta fino ad avvenuto esonero!”.