Spunta anche il nome del campione azzurro tra le carte della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano sull’inchiesta dei dati rubati
Si allarga e va, inevitabilmente, a interessare anche il mondo dell0 sport l’inchiesta dei presunti dossieraggi illeciti condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano su un gruppo di cyber-spie che avrebbe sottratto informazioni alle banche date strategiche nazionali. A finire nella rete, secondo le ultime indiscrezioni, anche il campione olimpico, Marcell Jacobs, spiato insieme al suo staff.
Marcell Jacobs spiato
Con il passare delle ore emergono sempre più dettagli attorno all’inchiesta sui presunti dossieraggi illeciti che promette di portare a galla dettagli inquietanti e in grado di dare una scossa al sistema. Stando a quanto si legge sfogliando l’informativa dell’indagine redatta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano, “le analisi forensi hanno permesso di accertare anche l’interessamento nel dossier richiesto e in intercettazioni illecite a carico di Marcell Jacobs e del suo staff”.
La richiesta sarebbe arrivata dal super poliziotto
Richiesta di intercettazione che, si legge sempre sfogliando le carte, sarebbe stata commissionata “da Carmine Gallo e, a sua volta, richiesta da un avvocato padovano allo stato in corso di identificazione”. I fatti risalirebbero al settembre 2021 proprio nel periodo successivo la vittoria del doppio nei 100 m piani e nella staffetta 4×100 m alle olimpiadi di Tokyo. La proposta dei due agli hacker consisteva nell’installare malware e trojan sui dispositivi cellulari delle persone, in questo caso del campione olimpico, così da carpire informazioni preziose e avere accesso a dati sensibili.
Un’inchiesta destinata ad allargarsi
Al centro della vicenda resta la società Equalize, il cui socio di maggioranza, Enrico Pazzali si autosospeso dalla carica di presidente della Fondazione Fiera Milano. Ai domiciliari, invece, proprio Carmine Gallo, il ‘super poliziotto’ che si ritiene possa essere a capo dell’organizzazione che sottraeva (o produceva) report illeciti su commissione.
L’organizzazione, come confessato in una intercettazione dal presunto hacker del gruppo, Nunzio Samuele Calamucci, avrebbe avuto a disposizione i dati di qualcosa come 800mila persone, comprese cariche pubbliche, magistrati, prefetti e grandi imprese. Insomma, si prospetta un vero e proprio terremoto, che nelle ultime ore sembra allargarsi anche all’estero coinvolgendo anche i servizi segreti israeliani. Non è, così, da esclude che dalle carte salti fuori il nome di qualche altro sportivo.