La tifoseria organizzata dell’Inter torna alla carica e con un comunicato ufficiale si difende dalle accuse dopo l’inchiesta della Procura di Milano che riguarda anche i cugini rossoneri
La Curva Nord dell’Inter non ci sta e va al contrattacco. Negli ultimi mesi si è parlato molto dell’inchiesta sul tifo organizzato milanese che sta portando avanti la Procura di Milano con particolare riferimento a una presunta “associazione” con la criminalità organizzata calabrese.
Inter, il tifo organizzato sotto attacco
I tifosi dell’Inter non vogliono essere descritti come criminali. L’inchiesta “Doppia Curva” della Procura di Milano ha creato un vero e proprio putiferio portando anche a una profonda riorganizzazione interna. Una vicenda che ha avuto anche una vasta eco mediatica con Massimo Giletti che nel suo programma “Lo stato delle cose” ha provato a esporre tutto quello che succede all’interno dello stadio e fuori.
La difesa della Curva Nord
Dopo giorni di inchieste, però a prendere la parola sono i diretti interessati con la Curva Nord che ha diramato un comunicato in cui spiega la sua versione della storia: “Nelle ultime settimane siamo stati travolti da un’ondata di fango senza precedenti, orchestrata da media avidi di sensazionalismo, pronti a sacrificare la verità sull’altare dell’audience. Tv e giornali parlano quotidianamente di noi dipingendoci come criminali e associandosi a situazioni con cui non abbiamo nulla a che vedere, alla ricerca di qualche ascolto e qualche click in più. E questo ha contribuito al divieto di esporre qualsiasi drappo appartenente ai gruppi storici”.
Il comunicato continua con la spiegazione dietro la riorganizzazione della Curva e delle sue sigle: “Le nostra scelte, frutto di una volontà di cambiamento, sono state strumentalizzate e distorte con il chiaro intento di distruggerci e farci scomparire definitivamente. Respingiamo con forza qualsiasi tipo di associazione a famiglie criminali e rivediamo con fermezza la nostra totale estraneità ai fatti ripotati dai media negli ultimi mesi”.
La posizione dell’Inter
Ora la parola passa anche alla Giustizia Sportiva con la Procura Federale che ha chiesto e ottenuto dalla Procura di Milano gli atti dell’inchiesta e ha aperto un’indagine sulla società nerazzurra e in particolare sul rapporto tra i suoi tesserati e alcuni esponenti del tifo organizzato. Sul fronte Inter, i tesserati oggetto dell’indagine da parte della FIGC sono il tecnico Simone Inzaghi, l’ex nerazzurro Skriniar, Barella e Calhanoglu e il vice presidente Javier Zanetti.