Tornei finiti per il 2024 per il campione romano, che punta a tornare al top per le Finals di Malaga. E intanto il suo vecchio allenatore parla dopo il divorzio da Roig.
Il 2024 di Matteo Berrettini, almeno a livello di tornei ATP, è già finito. Il campione romano ha ufficializzato infatti che non prenderà parte al 250 di Metz, in Francia, dove era nella entry list. Il suo nome si aggiunge a quelli – piuttosto celebri – di Sebastian Korda, Felix Auger-Aliassime e Nicolas Jarry, altri volti noti del circuito che hanno dato forfait alla vigilia dell’appuntamento. A cui invece dovrebbe prendere regolarmente parte Lorenzo Sonego, a questo punto unico azzurro in gara.
Berrettini, una delusione dopo l’altra da Vienna a Bercy
Nell’ultimo periodo le prestazioni di “The Hammer” non sono state particolarmente brillanti. Il suo miglior risultato rimangono i quarti di finale raggiunti a Vienna, mentre la sua avventura a Parigi-Bercy è stata piuttosto fugace: si è chiusa al primo turno contro Alexei Popyrin. La rinuncia a Metz suona come una volontà di dar fondo a tutte le energie in vista dell’appuntamento clou di questo finale di stagione: le Finals di Coppa Davis a Malaga. Berrettini si gioca un posto da secondo singolarista con Musetti e Arnaldi, che pure non stanno attraversando un gran momento.
“The Hammer”: il divorzio da Roig e gli interrogativi sul futuro
Nel frattempo a tenere banco è ancora questione relativa al suo nuovo cambio di coach. Il benservito a Francisco Roig, ex allenatore di Rafa Nadal, ha aperto diversi interrogativi sul futuro. Chi prenderà il suo posto? Intanto si è rifatto vivo il vecchio tecnico di Berrettini, Vincenzo Santopadre, che ha risposto alle domande di Tuttosport. “Io e Matteo abbiamo sempre fatto progetti a lungo termine: è importante per acquisire una certa mentalità. Bisogna però tener conto che nulla è per sempre: la cosa buona è stata uscire da una relazione lunghissima senza nessuno strascico“.
L’ex coach Santopadre: “Io e Berrettini ci sentiamo spesso”
Santopadre ha assicurato che “ci sentiamo con continuità: è stato un percorso fantastico per entrambi, ma poi ognuno prosegue per la sua strada. Credo sarebbe sbagliato associare Matteo soltanto a me e viceversa: siamo cresciuti insieme, ma siamo due professionisti diversi. Lo sento quando posso e con molto piacere. Siamo arrivati alla fine con la convinzione che fosse la cosa migliore per entrambi. Nessuna delle due parti è rimasta ferita. Matteo ha fatto un percorso eccezionale, per questo difficilmente ripetibile, ma ha dalla sua un’esperienza maggiore”.