L’azzurro si impone in due set sull’americano, che a Shanghai l’aveva battuto un anno fa. Primo set sofferto, poi nel tiebreak del II non c’è match
È tornato il sole a Shanghai, ma soprattutto è tornato un Sinner perfettamente tarato su quello che deve fare. Cioè vincere anche le partite (sulla carta) più complicate, come quella col mancino di Shelton che dopo un’ora e mezza scarsa di partita si ritrova costretto ad alzare bandiera bianca, nonostante le 7 palle break procurate contro la sola concessa al numero uno del mondo. Che vince 6-4 7-6 e adesso aspetta di sapere chi tra Tsitsipas e Medvedev dovrà vorrà sfidarlo nei quarti di finale.
Shelton cede il primo set servendo col 95% di prime…
Non è stato per nulla semplice venire a capo di uno Shelton che ha servito come poche altre volte ha fatto in vita sua. Tanto che nel primo set Sinner il primo punto in risposta l’ha ottenuto soltanto nel primo scambio del quinto gioco nel quale serviva l’americano. Che ha messo qualcosa come 21 prime sulle 22 servite, e ciò nonostante è riuscito a perdere il set.
Come è stato possibile? Sinner ha giocato benissimo il nono gioco, e se l’è fatto bastare: ha cominciato a ricevere abbondantemente fuori dal campo, ha trovato due lungo linea con i quali ha costretto Shelton a un paio di gratuiti e, dopo una difesa da cineteca per procurarsi la prima palla break dell’incontro, ha risposto sui piedi del rivale, trovando il modo per venirne a capo.
Di contro, nei turni di servizio dell’italiano c’è stata decisamente più bagarre: nel quarto gioco ci sono state anche da salvare un paio di palle break, una con un ace, un’altra con uno smash che ha costretto Shelton a rischiare un passante, finito in rete. Bravo Sinner a togliersi dagli impicci in una situazione che non prometteva nulla di buono, con l’americano capace di servire il 95% di prime (e comunque di perdere il set).
Dominano i servizi, ma Sinner deve salvare 5 palle break
L’equilibrio totale di un match dominato dal turni al servizio si mantiene fedele anche nel secondo parziale, dove Sinner però non riesce più procurarsi alcuna palla break. Di contro, Shelton è la solita macchina e sul 3-2 prova anche a rispondere con più cattiveria: senza un banale errore di dritto (a campo praticamente spalancato), il break sarebbe già arrivato nel sesto gioco, dove il numero uno del mondo si ritrova costretto a giocare costantemente sulla difensiva (e con la prima che entra col lanternino).
Ma l’elogio della difesa si manifesta nel settimo gioco, quando Shelton si ritrova avanti 0-40 e Sinner, dopo aver approfittato di un dritto in rete dell’avversario, serve la bellezza di tre ace consecutivi per andare avanti ai vantaggi e poi chiudere con un’altra prima vincente al centro (mezzo ace e tanti saluti). Una prova di forza che annichilisce Shelton, costretto a giocarsi tutto al tiebreak.
Tiebreak senza storia: Jannik avanti spedito
È qui che ancora una volta Sinner fa vedere tutta la differenza che c’è tra e il pur bravo e volenteroso coetaneo. Che dopo aver praticamente dominato per tutto il match nei turni in cui è andato a servire finisce per consegnare due minibreak all’italiano, che al cambio di campo è avanti 5-1 grazie a un fantastico dritto a incrociare e a un perfetto passante giocato dopo una smorzata velleitaria dell’americano.
Non concede invece nulla Sinner quando va a servire, archiviando senza alcun patema un tiebreak filato via liscio come l’olio (7-1). Alla fine si riequilibrano anche i numeri: 87% di punti con la prima per Jannik, 86% per Shelton, che cala notevolmente le proprie percentuali pagando a caro prezzo qualche non forzato di troppo. Eppure Sinner non poteva chiedere di meglio che un test tanto probante: prova superata a pieni voti, da vero numero uno qual è.