Protagonista di una nuova produzione firmata Sky, il patron del Perugia ebbe un’esistenza travagliata densa di ricchezza, paradossi e vicende che lo portano a lasciare l’Italia dopo il tonfo
Luciano Gaucci è stato uno di quei protagonisti poliedrici del calcio nostrano che, come e più di altri, ha intrecciato gli affari e la politica al pallone con risultanti estrose, controverse ai limiti del paradosso con una spolverata finale di melodramma.
E un percorso giudiziario travagliato, che è poi la ragione prima della sua fuga e del suo esilio a Santo Domingo, dove l’ex presidente del Perugia è scomparso il 1° febbraio 2020, a 81 anni.
Gli inizi di Luciano Gacci
Sull’onda emozionale di quel che Sky ha prodotto e che andrà in onda martedì 5 novembre Luciano Gaucci. Quando passa l’uragano, la costruzione di un impero di provincia con le componenti consuete di calcio, cavalli, truffe e crack finanziari acquisisce una valenza storica. Una fotografia impetuosa di un’epoca segnata anche dalla figura di un uomo che ha chiuso il suo passaggio terreno, lontano dai fasti passati e dall’Italia.
Il suo successo imprenditoriale è una materia ardita e complessa da capire e da ricostruire, ma possiamo partire da una idea, una sorta di intuizione che ebbe.
La vendita di Tony Bin e i cavalli
Nato a Roma il 28 dicembre 1938, Gaucci dopo un avvio lavorativo alquanto modesto, decise di fare il grande salto e fondò una impresa di pulizie “La milanese”, ma fu solo l’inizio della sua ascesa.
L’estroverso presidente delle liti infinite con la Figc, a principio della sua storia imprenditoriale, dimostrò un talento per i cavalli, tant’è che si rese protagonista di una plusvalenza equina storica con la vendita di Tony Bin. Comprato a 12 milioni di lire, venne rivenduto a 7 miliardi. Una cifra colossale per l’epoca e che mise in evidenza le sue capacità e un talento indubbio per i soldi.
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Il mistero Supernalotto
Il fiuto era talento, ma la fortuna è una questione di altro livello. Oltre a un celebre 13 vinto al Totocalcio, celebre nonché leggendaria risultò sia nel’immediato sia oggi ad anni di distanza la vicenda legata alla vittoria al Superenalotto di una cifra sbalorditiva che gli costò – probabilmente – la storia con la fidanzata Elisabetta Tulliani, oggi compagna di Gianfranco Fini, ex leader di Alleanza Nazionale ed ex presidente della Camera.
In quegli anni, Elisabetta Tulliani era legata al presidente del Perugia. Frequentava la medesima scuola di uno dei figli di Gaucci, con il quale pare avesse avuto un legame, ma poi intraprese una relazione con Luciano di 34 anni più grande e con il quale ebbe una relazione lunga ma assai tormentata.
Proprio la questione legata al tesoro scaturito dal Superenalotto li vide poi contrapposti in aula, in una causa che la famiglia Tulliani vinse per mancanza di prove, da quel che riportano i siti e i quotidiani di quegli anni. L’ex patron del Perugia rivoleva indietro il tesoro che – secondo lui – aveva affidato ad Elisabetta e ai suoi genitori perché non finisse nelle mani del Fisco e dei creditori: 5 appartamenti a Roma, tra zona via Veneto e la Val Cannuta, gioielli, terreni, 5 auto e quadri di lusso (un De Chirico e un Guttuso secondo lui) e quote di società di calcio.
Elisabetta Tulliani con Luciano Gaucci
Luciano Gaucci e le imprese calcistiche: Perugia e non solo
Il calcio è un altro grande capitolo della vita e dell’acume imprenditoriale di Gaucci. Luciano ha imparato a conoscere il mondo del pallone con l’acquisto del club umbro e non solo. Epica fu la sua lite con Matarrese.
Dopo aver rilevato il Perugia, lo affidò a Serse Cosmi lanciandolo nella massima serie e abbinandolo a una serie di imprese sorprendenti e azzardate, così come è sempre stato Gaucci. Per lui e il suo Perugia, c’era sempre un titolo.
La prima donna in panchina con giocatori uomini, Carolina Morace, con lui è durata appena 4 partite alla Viterbese, i giapponesi che scoprono l’Umbria grazie a Nakata e la mossa di Saadi al-Gheddafi in biancorosso. Era cresciuto all’ombra della Dc andreottiana, gli piaceva provocare e stupire, ci si divertiva, non sempre però gli andava bene come quando portò a Perugia il primo cinese della storia serie A. Peccato fosse quello sbagliato: Ma Ming Yu era stato confuso con un altro che non si mosse mai da Pechino. Un epic fail clamoroso.
Tulliani, Gaucci e Carolina Morace
La guerra fermissima a Matarrese scaturì da un omaggio ad un arbitro che gli costò una retrocessione a tavolino. Una contrapposizione che continuò anche con Carraro e la spuntò con il caso Catania (un’altra delle sue società) quando la Serie A dovette essere allargata a 20 squadre e la B a 22. Con la Figc litigò anche quando, nel 2003, voleva tesserare una calciatrice donna, la centravanti della Germania Birgit Prinz, per il Perugia dei maschi. A modo suo, un genio del marketing.
In serie A, Gaucci riuscì a far perdere un campionato alla Juve (con Antonio Conte in campo) in quel pomeriggio di diluvio del 2000 in cui segnò Calori e ha inventato campioni come Fabio Grosso e Marco Materazzi.
Il docufilm Luciano Gaucci – Quando passa l’uragano, è una nuova produzione originale Sky Crime, in prima tv martedì 5 novembre alle 22:55 su Sky Crime e Sky Documentaries e in streaming su NOW, è il ritratto dell’uomo, del padre e dell’imprenditore descritto dai figli Alessandro e Riccardo e da chi ne ha incrociato le strade.
La relazione con Elisabetta Tulliani
Solo accennato, in precedenza, il ruolo della sua ex fidanzata, Elisabetta Tulliani. Il legame tra Gaucci e l’ex compagna, personaggio chiave negli anni della sua ascesa, è stato molto più che una storia d’amore. I 34 anni di differenza tra i due e la relazione avuto con il figlio Alessandro suscitarono immediatamente interesse e attorno alla giovane avvocatessa e alla sua progressiva sovrapposizione di ruoli si concentrarono i media.
Non vi era, nella narrazione dell’epoca, adeguato spessore nel profilo della giovane compagna del presidente del Perugia la quale seppe ricoprire un ruolo attivo nella costruzione anche delle scelte imprenditoriali, per poi dedicarsi ad altro. Acuta, indubbiamnete dotata, optò poi per la televisione e qualche ruolo oggi dimenticato.
Pare che la relazione con Gaucci fosse ancora salda, quando conobbe Gianfranco Fini con cui intraprese poi una relazione e con cui ha avuto due bambine. Nella Viterbese di Gaucci, aveva fatto i primi passi il fratello della Tulliani, Giancarlo poi divenuto tristemente noto come proprietario della casa di Montecarlo, vicenda da cui scaturì l’inchiesta e lo scandalo che travolse Fini stesso.
Ma questa, per quanto correlata, è un’altra storia che meriterebbe un capitolo a sé vista la vastità e la complessità di quel che si è costruito attorno alla dimora sulla Costa Azzurra.
L’esilio e le accuse a Elisabetta Tulliani
Tornando alle cose di Gaucci, il patron del Perugia e non solo è stato coinvolto in diverse inchieste giudiziarie. Proprio il 1° febbraio 2006 sfugge all’arresto nell’ambito dell’inchiesta sul crac del Perugia e ripara a Santo Domingo, il buen retiro dove è morto. Secondo gli inquirenti, il buco accertato era di circa 100 milioni di euro. Nel marzo 2007, i magistrati chiedono il processo per l’imprenditore anche per l’inchiesta sul fallimento del Perugia Calcio e nel novembre 2008 patteggia una pena a tre anni di reclusione.
Nel gennaio 2013 Gaucci, ritornato a Santo Domingo, avanza nuove accuse nei riguardi della Tulliani, sostiene di essere stato raggirato per farsi intestare beni per milioni. Affermazioni molto dettagliate e contestualizzate che avevano già trovato accoglimento in un’intervista, divenuta famosa per via anche degli avvenimenti seguiti, rilasciata dall’imprenditore al settimanale Panorama in cui torna sulla vincita al Superenalotto. Accuse respinte dall’ex compagna, travolta dallo scandalo della casa di Montecarlo.