Il Toro si racconta tra passato, presente e futuro. Non sono mancati i momenti difficili dai quali deriva anche la rabbia attuale, punto di forza
Lautaro Martinez si è raccontato in una bella intervista concessa al Corriere della Sera. Il Toro dell’Inter ha parlato di passato e presente, del Natale trascorso in povertà e della malattia di suo fratello. Dai temi più importanti e personali, si è passato quindi anche all’attualità e al suo problematico feeling con il gol della stagione in corso. L’attaccante argentino ha dato una spiegazione di natura tattica ai suoi numeri meno imponenti rispetto alla precedente annata.
Il Natale di Lautaro bambino
Oggi il Natale di Lautaro Martinez è bello e spensierato. Ma non è sempre stato così, come racconta lo stesso numero 10 dell’Inter al Corriere della Sera: “I miei genitori lavoravano tutto l’anno per poter regalare qualcosa a me e mio fratello. Abbiamo vissuto periodi difficili, non avevamo i soldi per l’affitto e abitavamo in una casa che ci hanno prestato. Sono cose che ti rimangono dentro e ti legano ai tuoi famigliari“. Da qui deriva la sua rabbia che è anche una delle sue armi più preziose: “Da piccolo io non avevo niente. A volte non sapevo dove avrei dormito la sera. Sono cose che mi hanno marcato come uomo e tutto quello che ho passato cerco di trasmetterlo in campo. Fuori dal calcio, cerco sempre di dare una mano e sono felice di andare a trovare i bambini che non stanno bene: capisco quello che vivono, le loro difficoltà“.
Un sogno nel pallone e i problemi del fratello
Il calcio ha in un certo senso salvato Lautaro. Che questo potesse essere il suo futuro il Toro lo aveva chiaro fin da bambino: “A 15 anni ho fatto una settimana in prova al Boca Juniors e mi hanno cacciato, dicendomi che non avevo né velocità, né potenza. Quando sono tornato a Bahia Blanca ho detto a papà che volevo divertirmi, lasciare il calcio e cominciare a lavorare. A fine anno è arrivato il Racing, offrendomi un altro provino: ho detto se mi volete vengo, ma prove non ne faccio più. E mi hanno preso“.
Per permettergli di realizzare il suo sogno i genitori gli hanno anche nascosto una terribile verità, ovvero i problemi di salute del fratello maggiore: “Mi hanno avvertito quando era già uscito dall’ospedale. E dopo due anni di cure tutto si è risolto. Lui ha dieci mesi più di me, siamo legatissimi e quando io sono andato via da casa ha sofferto tantissimo“.
Lautaro, i gol e Thuram
Lautaro Martinez è anche un formidabile bomber. Con la maglia dell’Inter ha segnato 135 gol in 302 presenze. Eppure quest’anno il Toro sembra aver perso quel feeling con il gol: “Sono un attaccante e vivo per il gol. Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così“. Anche Thuram ha cambiato modo di giocare: “Marcus sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol“.
Sottovalutato come Inzaghi. Il messaggio a Conte
Lautaro Martinez si sente sottovalutato, stesso destino secondo l’argentino anche per il suo allenatore Simone Inzaghi. “Ma contano i trofei“, spiega il 27enne di Bahia Blanca. E lui ha intenzione di vincerne tanti altri: “Io voglio tutto. Quando inizi a vincere, non ti vuoi fermare perché sai quanto è bello essere ripagati del lavoro fatto. E questa mentalità voglio trasmetterla anche nelle partitelle. Ho avuto la fortuna di vincere il Mondiale e pensavo che non ci fosse più niente dopo: ma c’è tanto altro“. Nessuna paura, neppure per il rivale Conte: “Sappiamo che il Napoli è forte, come del resto altre avversarie. E noi facciamo il nostro cammino: secondo me è la strada giusta e ci porterà grandi cose“.