Il centravanti serbo è pronto a tornare: l’allenatore non lo ama ma ora ne ha disperato bisogno. Discorso diverso per il centrocampista piacentino, ormai prossimo all’addio.
Sesta in classifica e col sesto miglior attacco del campionato. Va bene così? Assolutamente no, se sei la Juventus. Thiago Motta è chiamato a curare il mal di gol della Vecchia Signora. Da questo punto di vista deve necessariamente accogliere di buon grado il ritorno in campo di Dusan Vlahovic, rimesso quasi a lucido in tempo per il Bologna. Il serbo è l’unica vera arma offensiva dei bianconeri per ora. Ma di problemi ce ne sono anche altri, tipo Nicolò Fagioli considerato ormai fuori dal progetto.
Motta-Vlahovic e una convivenza forzata
Se Thiago Motta avesse davanti un foglio bianco sul quale poter scrivere il nome del suo centravanti preferito, difficilmente opterebbe per Dusan Vlahovic. Il tecnico italo-brasiliano era abituato ad un attaccante come Zirkzee, bravo a legare tra i reparti e ad aprire agli inserimenti dei centrocampisti. Il serbo, invece, è un uomo d’area di rigore, talvolta neppure troppo pulito tecnicamente. Entrambi, però, sanno che per andare avanti devono affidarsi l’uno all’altro. Nessuno ha alternative.
Il bottino del servo e l’assenza di alternative
Anche perché Vlahovic è come il pesce ratto di Fantozzi: c’è a chi piace e a chi no ma il suo lo fa. Lo score realizzativo dell’ex attaccante della Fiorentina è tutt’altro che malvagio: parliamo infatti di 9 reti in 16 presenze. Magari non distribuite benissimo lungo il cammino, ma comunque pesanti per una squadra che non ha lo strapotere offensivo dell’Atalanta di Gasperini. Ecco perché il recupero del bomber diventa fondamentale, considerata per altro la mancanza di un’alternativa (Weah e McKennie non hanno convinto).
Il matrimonio che non funziona: Fagioli al passo d’addio
L’altra gatta da pelare da gestire per Thiago Motta è Nicolò Fagioli. In estate veniva considerato come un possibile craque, messo nelle mani dell’ex tecnico del Bologna. Invece il matrimonio non ha funzionato, tant’è che il centrocampista piacentino ha raccolto pochissimi minuti persino in piena emergenza. Qui non ci sono imposizioni: a gennaio la partenza è ad oggi più che probabile. Non tanto in Italia quanto all’estero, laddove il calciatore potrebbe magari rigenerarsi dopo il terribile anno trascorso.