Al centro della contestazione Aramco, compagnia petrolifera saudita: 106 calciatrici e calciatori hanno firmato una lettera molto dura per chiedere la rottura degli accordi
Il clamoroso risultato, nonché l’assegno incassato, dal nostro Jannik Sinner per aver vinto il Six Kings Slam contro Carlos Alcaraz in una finale in tre set ha suscitato una reazione strutturata, argomentata ma alquanto inattesa da parte del calcio femminile.
Il premio da 6 milioni non ha lasciato indifferenti 106 calciatrici professioniste provenienti da ben 24 Paesi, che come riportato dall’autorevole quotidiano spagnolo El Pais e confermato all’agenzia ANSA da alcune firmatarie, hanno inviato una lettera al presidente della Fifa, Gianni Infantino, per reclamare contro il mancato rispetto degli accordi su Aramco, la compagnia petrolifera saudita, poiché si tratta di un “regime autocratico che viola in maniera sistematica i diritti delle donne e criminalizza la comunità Lgtbiq+”.
La lettera alla Fifa che segna la rivolta del calcio femminile
“Siamo molto sensibili sul tema della violazione dei diritti e dei comportamenti negativi nei confronti delle donne e di qualsiasi genere, ma non ho ancora parlato con Elena e per adesso non mi sento di esprimere un parere riguardo la sua presa di posizione”, ha risposto il commissario tecnico della Nazionale femminile Andrea Soncin alla domanda sull’iniziativa delle calciatrici professioniste di 24 Paesi che hanno inviato al presidente della Fifa, Gianni Infantino, una lettera per chiedere di rompere l’accordo di sponsorizzazione con Aramco, la compagnia petrolifera araba.
Una missiva politica, all’indomani dell’eclatante vittoria di Sinner e del relativo montepremi incassato, che ha indubbiamente impressionato.
Infatti, fra i nomi delle giocatrici che hanno aderito alla richiesta si trova anche quello di Elena Linari, giocatrice simbolo della Roma e capitana azzurra che carica di una valenza prepotente, forte questo appello.”Quella di Elena e delle altre calciatrici è una scelta individuale. Di sicuro – ha ripetuto Soncin da Coverciano dove è iniziato il raduno di preparazione per le amichevoli con Malta e Spagna – siamo molto sensibili all’argomento”, la specifica dell’allenatore.
“Le autorità saudite hanno speso milioni in patrocini sportivi per tentare di sviare l’attenzione dalla brutale reputazione del regime in materia di diritti umani, ma il trattamento delle donne parla da solo”, scrivono le giocatrici nella lettera anticipata da El Pais.
L’accordo che ha scatenato l’indignazione
Nell’aprile scorso, era stato firmato un “accordo globale” con Aramco, divenuta “socio mondiale principale” dell’organismo fino a fine 2027, assieme ad altri brand assai noti come Coca Cola, Adidas, Qatar Airways o Hyndai-Kia. La lettera irrompe in questo contesto, nell’ambito di una situazione molto delicata ma ritenuta assai urgente da chi ha firmato.
Tra le firmatarie, l’attaccante spagnola Maitane Lopez e l’attaccante finlandese della squadra Real Sociedad, Sanni Franssi, entrambe impegnate nelle nazionali e attualmente nel NJ/Ny Gotham della Lega statunitense. Ma anche la capitana della nazionale canadese, Jessie Fleming, o Becky Sauerbrunn, ex capitana della nazionale statunitense, vincitrice dei Mondiali 2015 e 2019.
Le calciatrici accusano la compagnia petrolifera saudita di avere “una responsabilità evidente nella crisi climatica” di proprietà “di uno stato che criminalizza le persone Lgtbiq+. e che opprime sistematicamente le donne”, per cui “non ha diritto di sponsorizzato il nostro magnifico sport”.
La protesta contro la scelta di Infantino
Quanto anticipato da El Pais è decisivo, per quel che concerne gli equilibri con il mondo arabo della Federazione Inteernazionale, considerato quanto il baricentro economico-finanziario si stia spostando verso i paesi arabi che hanno organizzato di recente i Mondiali e hanno intuito quanto il calcio possa essere trainante in una politica commerciale e di comunicazione.
L’accordo in questione autorizza la società energetica a essere sponsor della Coppa del mondo di calcio 2026, che si giocherà negli Stati Uniti, Messico e Canada, e della Coppa del mondo femminile 2027 in Brasile. Un paradosso che non va giù alle firmatarie e ai firmatari della missiva, che vedono in Aramco sponsor della prossima Coppa del Mondo
“un duro colpo allo stomaco per il calcio femminile, minando decenni di lavoro da parte di tifosi e giocatrici di tutto il mondo”.
“Questa sponsorizzazione è molto peggio di un autogol per il calcio: la Fifa potrebbe benissimo versare olio sul campo e dargli fuoco”, si legge sul sito.
Le richieste dei firmatari e delle firmatarie
I calciatori (hanno firmato anche colleghi uomini) e le calciatrici chiedono alla Fifa di riconsiderare la sponsorizzazione con la compagnia petrolifera e di cercare partner alternativi “i cui valori siano in linea con l’uguaglianza di genere, i diritti umani e il futuro sicuro del pianeta”, denunciando anche i danni che fanno aziende come Aramco alla lotta contro il cambiamento climatico.
Insomma ad Infantino viene chiesto, in concreto, di creare un comitato di revisione, in cui siano rappresentati calciatrici e calciatori, che abbia il compito di valutare le implicazioni etiche dei futuri accordi di sponsorizzazione e che garantisca il rispetto dei diritti umani.
La lettera cita anche alcuni casi di donne che, nel corso della storia recente, hanno subito repressione e incarcerazione in Arabia Saudita per aver rivendicato i propri diritti. Episodi circoscritti, specifici a cui Infantino dovrà rispondere come della scelta di proseguire – nell’eventualità – il rapporto con Aramco.