Fa rumore la stories di Fognini, che con la foto di una lettera dell’Agenzia delle Entrate riapre una polemica mai sopita. Nel mirino anche Jannik
Che il tema sia tornato d’attualità nei giorni in cui Jannik Sinner sta giocando il Six Kings Slam a Riyadh, in Arabia Saudita, forse non è nemmeno tanto casuale: dovesse battere Alcaraz nella finale del torneo esibizione, il numero uno del mondo (e nativo di San Candido) incasserebbe un assegno di 6 milioni di euro, da sommare agli 1,5 già incassati per la partecipazione. Ma sui quei soldi, le tasse non finirebbero nelle finanze italiane: Sinner, al pari di Musetti e Berrettini, ha la residenza fiscale a Monte Carlo, e come tale è soggetto a versare le tasse nelle casse monegasche. Che fosse veramente questo l’intento di Fabio Fognini, quello cioè di sottolineare la mancanza di senso “della patria” dei suoi colleghi più giovani?
Una frecciata a chi porta i soldi all’estero
Chiaro che tutto ciò altro non è, se non una supposizione. Ma certo il tempismo col quale il tennista di Arma di Taggia (curiosamente quello che è nato più vicino al Principato di Monaco: dei tre citati, forse sarebbe quello che avrebbe avuto maggiore facilità a trasferirsi in terra monegasca) lascia un po’ pensare.
Il tema delle tassazioni dei tennisti, del resto, è stato più volte sollevato nel corso degli ultimi anni. Lo stesso Sinner, che essendo numero uno al mondo viene visto da tutti come l’atleta di riferimento, è stato spesso criticato per aver deciso di trasferire la propria residenza fisica e fiscale a Monte Carlo.
È una delle accuse che i detrattori (pochissimi, ma pur sempre tali) gli rinfacciano da un anno a questa parte, da quando cioè ha preso a vincere e le sconfitte si contano sulle dita di una mano (dopo quella di Pechino contro Alcaraz sono diventate 6 in stagione, ma poco cambia).
La questione del torneo esibizione (e i petrodollari)
Fognini con quella stories postata sui propri canali social ha riacceso una polemica che non si è mai del tutto sopita, spuntata fuori peraltro proprio in occasione del discusso torneo esibizione di Riyadh, considerato alla stregua della manifestazione più remunerativa che il tennis abbia mai raccontato nella sua storia (peraltro inserito all’interno di un calendario già piuttosto ingolfato di impegni).
Un torneo criticato proprio per l’incredibile mole di soldi che promette di riversare nelle tasche dei 6 giocatori che vi hanno preso parte (assieme a Sinner e Alcaraz hanno giocato Djokovic, Medvedev, Nadal e Rune).
Per questo quella stories di Fognini risulta agli occhi tanto “sospetta”: cosa avrà voluto dire Fabio con quel messaggio, se non rimarcare il suo essere italiano anche quando c’è da pagare le tasse?
Fognini vuol chiudere bene il 2024
Il tennista ligure, reduce dall’eliminazione al primo turno nel torneo di Almaty per mano di Otto Virtanen (6-3 7-6), attualmente è numero 76 del mondo e si appresta ad affrontare l’ultima parte di stagione con la consapevolezza di poter ancora essere un fattore all’interno del mondo ATP.
Dovrà però difendere diversi punti nell’ultima parte dell’anno, pensando alla semifinale conquistata a Metz e soprattutto alla vittoria nel Challenger di Valencia dello scorso novembre, l’ultimo torneo conquistato dall’ex numero 9 del ranking mondiale (posizione occupata nell’estate del 2019).
Per un decennio almeno è stato il giocatore di riferimento del tennis italiano, poi con l’avvento di Berrettini prima e soprattutto di Sinner poi (oggi anche di Musetti, Sonego, Arnaldi, Cobolli e Darderi) i valori di forza sono cambiati, e Fabio ha finito per essere messo un in disparte, con la delusione di non aver preso parte alla campagna di Davis Cup dell’ultimo biennio, lui che della Davis è stato l’anima per tanti anni. Il tempo non ha giocato a suo favore, ma il lascito di Fognini rimane comunque grande. Anche se quella stories a più d’uno certamente sarà fastidio.