L’ex portiere ospite a Radio Deejay per la presentazione del libro “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”: tanti aneddoti sul suo passato, dal rapporto con l’attuale tecnico del Napoli alla scelta di andare al Parma e non al Barcellona
Una miniera di aneddoti, storie, retroscena, indiscrezioni. Il libro di Gigi Buffon “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”, edito da Mondadori è una sorta di scrigno delle tentazioni, in cui ogni appassionato di calcio può soddisfare curiosità e dubbi sui protagonisti del calcio.
Buffon apre lo scrigno dei ricordi
L’ex portiere è stato ospite di Deejay Chiama Italia su Radio Deejay per presentare il suo nuovo libro, che racconta la sua straordinaria carriera ma lascia in giro chicche e curiosità per tuti i gusti. Circa un anno e mezzo fa, l’ex Juventus, ha concluso la sua carriera da professionista dopo aver giocato le ultime due stagioni con il Parma, la squadra che lo ha lanciato nel calcio.
Buffon racconta la depressione
Ma uno dei punti su cui si concentra la narrazione di Buffon è quello della depressione che lo colpì nel 2003: un momento difficile, un male subdolo e che nessuno pensa possa colpire un calciatore affermato. E invece, nessuno è al riparo da un problema simile. “Credo però che nelle nostre esistenze – ha detto Buffon – soprattutto in quelle di chi è abituato a provare emozioni forti, ci sono spesso dei grandi up e poi degli inevitabili down per poter poi ripartire. È stato un momento delicato ma formativo, ma devo dire che ne sono uscito davvero più forte. Di solito si dice perché si usa, io ne sono uscito davvero meglio”.
L’aiuto di Chimenti
Buffon rivela quanto fu importante l’aiuto che ebbe all’epoca da Antonio Chimenti, secondo portiere della Juventus e suo grande amico: Chimenti gli aveva chiesto se preferisse non giocare qualche partita per staccare un po’ e sentirsi meglio: “Sarebbe stata la classica ‘scorciatoia’ che avrebbe creato un precedente che secondo me in futuro sicuramente avrei utilizzato. Sono stato spesso la cavia di me stesso. Su di me ho fatto delle prove, a volte anche esagerando e rischiando molto, tipo voler verificare sempre il limite di rottura, tra sogno e realtà. Io sono sempre stato lì”.
Buffon e il rapporto con Conte
Buffon ha riservato anche delle parole al miele su Antonio Conte, attuale allenatore del Napoli e suo ex tecnico nonché compagno di squadra. “Riassumendo la sua storia d’amore con Ilaria D’Amico, Buffon ha citato una dichiarazione fatta da Antonio Conte: “Quando ha saputo che mi ero fidanzato con Ilaria, Antonio Conte ha detto ‘I fuoriclasse vanno con i fuoriclasse’. Lo conoscevo bene, è stato il mio capitano per 4 anni. Secondo me c’era un legame, con Antonio anche da giocatore eravamo molto vicini. Ci confrontavamo spesso, mi ha aiutato anche lui insieme a Montero, Del Piero, Ferrara e altri”.
Il Barcellona e la scelta di Parma
Buffon racconta anche le possibilità che ha avuto a fine carriera, quando ha lasciato la Juventus. “Mi avevano chiesto di finire la carriera al Barcellona, quando sono andato al Parma c’era questa possibilità. Il Barcellona aveva bisogno di un altro portiere, non poteva fare mercato e io chiaramente ero a parametro zero. Ci ho pensato, però alla fine volevo essere protagonista e fare una cosa nella quale mi riconoscevo. Tornare a Parma per me era importante e mi dava anche più entusiasmo. L’idea di andare al Barcellona e giocare con Messi mi stuzzicava, ma quell’anno lì Messi se n’è andato da Barcellona”.
Il bidone dell’immondizia al posto del cuore
Ma uno degli episodi più controversi della carriera di Buffon rimane sicuramente quell’espulsione e le conseguenti parole rese al termine di Real Madrid-Juventus del 2018. Quel maledetto rigore, quel cartellino rosso, quel bidone dell’immondizia al posto del cuore dell’arbitro Michael Oliver. “È stato un eccesso, però come in tutte le cose dico “Non rinnegare e non restaurare”. In quel momento se ho fatto quello, seppur sbagliando, è perché avevo bisogno di farlo. Ci sono rimasto male? No, mi sono proprio arrabbiato, che è diverso. Secondo me quel rigore al 60% lo puoi dare, al 40% no. In una partita di Champions League, quarto di finale, con il risultato in equilibrio non capita mai che te lo fischino. Mai”.
Buffon e il retroscena sulla sua storia d’amore con Ilaria D’Amico