Il giocatore, dopo la squalifica per calcio scommesse, potrebbe aver maturato la decisione di tornare in Italia in Serie A. Magari proprio al Milan
La suggestione è tale da smuovere anche i più ortodossi. Sandro Tonali è uno dei grandi rimpianti che il Milan dovrebbe e potrebbe avere, per il talento e non certo per la nota vicenda scommesse che l’ha visto reo confesso e che, inevitabilmente, ha condizionato la sua carriera.
Un anno e mezzo fa, quando ha lasciato Milano per trasferirsi al Newcastle parve quasi una sorta di eresia, un’operazione vantaggiosa ma impressionante per le cifre e le condizioni del contratto. Ed è su questo che ci si dovrebbe soffermare. Su quelle implicazioni che impone l’accordo e i contenuti, noti e di cui si vocifera per via delle indiscrezioni, relativi ad esso.
Calciomercato, il ritorno di Tonali in Serie A
Quando Tonali giunse in Inghilterra e in Premier era indicato come il migliore della sua generazione, già Nazionale e simbolo del Milan, da giocatore milanista e tifoso. Indicato anche nella celebre classifica del Guardian, Tonali era stato ingaggiato come l’arrivo top della campagna acquisti di quell’estate, prima dell’esplosione di tutto.
Tonali, complice quel che conosciamo come collaterale, non si è mai davvero ambientato in Inghilterra per via della lunga squalifica per calcio scommesse pari a 10 mesi. Nelle 13 gare di Premier giocate in questa stagione Sandro, l’imprescindibile nel Milan e nella Nazionale di Spalletti, è rimasto in campo solo per 650′: 6 volte è partito titolare, 7 da subentrato. Non benissimo per questo ragazzo che doveva ribaltare i destini del Newcastle.
I vincoli contrattuali e il nodo ingaggio
Passiamo alla questione contratto, dopo aver sottolineato alcuni fattori che intervengono nel quadro della possibile decisione di rivedere tutto per rientrare in Italia, magari proprio al Milan la sua squadra del cuore e che ha costituito un trampolino di lancio internazionale, dopo Brescia.
Tonali ha un contratto in scadenza nel 2028 ed è stato acquistato dal Milan per 58,9 milioni con bonus e percentuali sulla futura rivendita che spingono la cifra vicino ai 70, con un ingaggio pari a 9 milioni netti a stagione che, senza poter usufruire dei vantaggi del Decreto Crescita, non facilita alcuna operazione rientro.
Il sogno Milan
Pensiamo al Milan e a quanto oculatezza sia attuata nei confronti della gestione degli ingaggi, per non parlare di altri club che avrebbero dimostrato in passato interesse, come Juventus e Inter, che non godono affatto di una situazione così flessibile. Impensabile che simili società possano riuscire a strapparlo al Newcastle con le condizioni a loro favore, anzi. Anche per quel che riguarda Victor Osimhen vanno fatte le debite valutazioni, se ciò volesse dire cedere in Premier magari Dusan Vlahovic e ritrovarsi con un attaccante dall’ingaggio colossale.
Di fatto lo stipendio, a queste condizioni, è un ostacolo insormontabile e solo la volontà del giocatore di ridimensionare le proprie pretese potrebbe riportarlo in Serie A, proprio al Milan che – al pari di altre società della massima serie – sta facendo del monte ingaggi una politica vincente di immagine una carta decisiva. Al Milan, Sandro (che vorrebbe forse tornare per vicinanza e affetto) ritroverebbe Zlatan Ibrahimovic in un ruolo inedito rispetto a quando gli faceva da guida e mentore in campo.
La Nazionale del rilancio
In altri termini, la volontà c’è. Il problema sono i vincoli contrattuali e il costo dell’operazione che imporrebbe ai rossoneri di accollarsi una richiesta che si presume potrebbe aggirarsi attorno ai 40, 35 milioni nelle migliore delle ipotesi e chiudere con un presente straziante per tutti. In Azzurro, il ct ha ridato a Tonali fiducia e ha attestato quella stima che viene dimostrata dal ruolo imprescindibile che nella sua nuova Nazionale, Spalletti intende affidare a Sandro.
In attesa che il Milan, o un coraggioso e intraprendente club di Serie A, trovi la chiave per riportare Tonali in Italia. Forse gennaio è troppo presto, ma in estate perché mettere limiti?