Il numero 1 dei toscani prende il posto di Dante Calabria, influenzato, e l’Usap si arrabbia. La replica: “Facevo da interprete tra il 2° allenatore Giuseppe Valerio e la squadra”.
Presidente, dirigente accompagnatore e…allenatore. Ron Rowan, vecchio “cecchino” dei parquet nostrani (dal 1989 al 2001 ha militato a Venezia, Pistoia, Napoli, Trapani, Reggio Emilia, Modena, Cantù, Trieste e Siena) da qualche tempo è tornato in Italia da presidente di uno dei suoi primi club: Pistoia. E domenica è finito suo malgrado al centro di un caso. L’assotecnici del basket, l’Usap (Unione Sindacale Allenatori Pallacanestro) non ha gradito che abbia preso il posto del legittimo titolare della panchina, Dante Calabria.
Pistoia, il presidente Rowan fa anche il coach
Il curioso episodio si è verificato nel corso del match della quarta di campionato tra i padroni di casa dell’Estra Pistoia e l‘Umana Reyer Venezia. Una brutta influenza aveva tagliato fuori dal match il tecnico dei toscani, Dante Calabria. Al suo posto in panchina l’assistente Giuseppe Valerio. Solo che, come del tutto evidente, in realtà i compiti dell’head coach li ha svolti in tutto e per tutto…il presidente.
Proprio Rowan, infatti, ha dato indicazioni alla squadra nelle fasi di gioco di attacco e di difesa, ha deciso le rotazioni, gestito i timeout. Un allenatore in tutto e per tutto, con Valerio che invece gli ha lasciato spazio nel corso del match. Alla fine, per la cronaca, nonostante le indicazioni del presidente-allenatore l’Estra Pistoia ha rimediato una bruciante sconfitta. Dopo essere rimasta in partita fino a metà gara (32-34), ha ceduto alla distanza perdendo poi sul punteggio di 64-77.
Rowan in panchina, la durissima nota dell’Usap
All’Usap, l’associazione dei tecnici di basket, non è piaciuto affatto il colpo di teatro di Rowan. “USAP intende fermamente censurare la situazione in essere nel Pistoia Basket, in cui il Presidente, sprovvisto di titolo tecnico, diriga la squadra in allenamento e, di fatto, in partita”, si legge in una nota.
“Per tali motivi USAP, nel rinnovare ferma censura, si riserva adire anche i competenti Organi di Giustizia affinché possa essere valutato se nei plateali e non disconosciuti comportamenti qui denunciati, sussista altresì rilievo a disciplinare nei confronti di chi, a vario titolo, pone in essere condotte palesemente vietate, perché in violazione della normativa di settore”.
“Nella partita con la Reyer, in ragione dell’assenza dell’allenatore Dante Calabria, è apparso lampante come il Sig. Ron Rowan, abbia chiamato i cambi in panchina e diretto i Time Out, invero episodio non nuovo e già platealmente registratosi nella partita precedente, allorquando il Sig. Rowan ha determinato, senza il consenso dell’allenatore, l’entrata in campo di un giocatore”, prosegue il fumantino comunicato.
“USAP ritiene sia imprescindibile il rispetto dei regolamenti della Federazione Italiana Pallacanestro, il rispetto delle regole non soltanto comportamentali, ma anche tecniche a salvaguardia della professionalità e dei sacrifici degli allenatori, del loro percorso formativo e del tempo profuso dagli stessi nei corsi di formazione”. Insomma, una condanna in piena regola di quanto accaduto.
La replica di Rowan: “Prometto di non farlo più”
Più concilianti i toni del comunicato dell’Estra Pistoia, con le parole dello stesso Rowan: “Sono dispiaciuto e rammaricato per l’accaduto. Non era assolutamente mia intenzione infrangere nessun tipo di norma. Il nostro capo-allenatore la scorsa domenica è stato assente a causa di una indisposizione e l’assistente Giuseppe Valerio, che ne ha preso il posto, non ha una perfetta padronanza della lingua inglese“.
“È per questo che, anche per l’entusiasmo che mi ha travolto e mi sta travolgendo in questa mia nuova esperienza italiana, mi sono sentito di dare una mano, specie durante le fasi concitate del match, traducendo in inglese i concetti espressi dallo stesso Valerio. Sto vivendo per la prima volta, con questo ruolo, il mondo cestistico italiano e devo ancora assimilare regole e norme comportamentali che sono diverse rispetto a quelle in vigore in America“, si giustifica il presidente.
“Con i miei comportamenti, che peraltro non hanno ricevuto sanzione alcuna da parte dei direttori di gara in relazione agli oneri gravanti sui soggetti presenti in panchina quanto ai loro movimenti, non ho mai inteso mancare di rispetto nei confronti di nessuno essendo stati, lo ripeto, motivati dal desiderio di dare semplicemente una mano in un momento di oggettiva difficoltà.
Ovviamente ciò non si ripeterà e prego l’Associazione segnalante di accettare le mie scuse. Continuerò a sedere in panchina ma la mia presenza sarà unicamente nella mia qualità di dirigente accompagnatore della squadra”.