Nella serie prodotta da Netflix in streaming dal 29 novembre ripercorre anche le ultime ore del pilota brasiliano che morì a Imola
Ayrton Senna e Imola, un mistero tragico e una storia sportiva e processuale altrettanto straziante, se possibile. Chiunque avesse assistito allo schianto in quel pomeriggio domenicale, ne ha ricordo. Era una F1 diversa, con lo stesso pilota brasiliano (con un cognome che svela l’antico rapporto affettivo con l’Italia) che si intratteneva con tifosi e giornalisti per le ultime interviste. Con lui c’era il fratello Leonardo, perché la sua fidanzata di allora decise di non essere ai box con anticipo.
Il Mondiale pareva segnato da un nome emergente, quel Michael Schumacher che – anni dopo – sarà vittima di un incidente assurdo che ne condizionerà l’esistenza e che oggi sembra intrecciare il suo destino a quello di Senna. Imola è una storia nella storia, e si ritrova al centro della narrazione di questo orribile e nefasto fine settimana che, su Netflix, viene raccontata dalla serie “Senna”, disponibile dal 29 novembre.
I dubbi di Senna prima durante il fine settimana
Quello che accade in quei giorni è stato confermato dalle ricostruzioni seguite all’incidente mortale in ci perse la vita Ayrton. Senna si lamentava sia della temperatura elevata sia del vento che agiva come fattore di disturbo e ha qualche problema di troppo con la sua Williams, che aveva dato parecchie soddisfazioni.
Ma risultava alquanto difficile da guidare, da gestire per via dell’abitacolo. L’aerodinamica anche creava qualche problema perché mancavano le sospensioni attive vietate dalla Fia rispetto alla stagione precedente.
In Italia, per il GP di San Marino, Senna aveva vicino suo fratello. Anni dopo la ex modella Carol Alt svelerà come fosse legata da un amore assoluto al pilota brasiliano, con il quale visse una tormentata relazione fino alla fine. Un rapporto intenso, tormentato pure in quel fine settimana che fu l’ultimo.
L’ex indossatrice lo ha ricordato sempre con trasporto, affetto immenso e rimpianto enorme della sua vita.
L’incidente di Barrichello
Quei giorni sappiamo, perché è la storia a dirlo, che si registrano episodi funesti e in qualche modo presagi di quel che capiterà a Senna sul circuito tra i più amati dagli appassionati. Barrichello sopravvisse a un impatto che avrebbe ucciso chiunque, ma il brasiliano ne uscì quasi indenne. E poi dopo la pole conquista da Ayrton, l’ombra della morte.
Sensazioni, percezioni di morte che il pilota brasiliano espresse e che nella serie di Neflix, “Senna” si tende a riprodurre con il supporto di Gabriel Leone, che interpreta il campione del mondo, e il supporto della famiglia che ha voluto e promosso non solo la creazione di un’azienda ma anche la fondazione dell’Ayrton Senna Institute, che si occupa di promuovere i valore che rendevano speciale l’uomo, oltre il personaggio pubblico, lo sportivo.
La presentazione della serie “Senna” disponibile su Netflix dal 29 novembre
La morte di Ratzenberger
C’è chi dice, ancora oggi, che la tragica perdita per la F1 di Senna ha oscurato la morte di Roland Ratzenberger giovane pilota austriaco che si schiantò a 300 all’ora contro il muro della curva Villeneuve. Senna manifestò un turbamento palese. Piangeva, si sottraeva ai fotografi, ai giornalisti, ai cronisti brasiliani con i quali aveva un legame intenso e profondo. Con alcuni un rapporto di amicizia.
Si gareggerà comunque, quella domenica 1 maggio 1994, nonostante gli incidenti e un giovane pilota da salutare. La gara è una danza tra Ayrton e uno Schumacher aggressivo a modo suo. Al settimo giro, alle 14.17 Ayrton si schianta a 200 all’ora sul muretto del Tamburello. Dopo si capirà che non poteva evitare l’incidente perché il piantone dello sterzo si è rotto e gli è rimasto in mano.
Senna e Schumacher sul podio
Il casco sfondato e l’elisoccorso
Un braccetto della sospensione vola in aria e ricadendo entra dentro il casco e finendo nel cranio del pilota brasiliano: Senna non poteva morire, ma così è stato. L’elisoccorso giunse per un tentativo più che disperato e per tentare l’impossibile.
Per la cronaca vinse Schumacher, mentre in ospedale si tentava di salvare Ayrton, il mito. A Meribel, dieci anni fa, Michael, cadde e a causa dell’urto violento con una roccia che sfondò la telecamera e il casco, riportò delle ferite gravissime alla testa eppure riuscì a salvarsi, pur entrando nell’anonimato.
Senna, invece, morì quel 1° maggio. Dal giorno dopo incominciarono i sospetti e solo la verità giudiziaria, anni dopo, ha donato un po’ di pace ai suoi cari.