Giovedì il Tribunale di Teramo ha emesso una sentenza di 3 anni e 4 mesi di reclusione per l’attaccante della squadra veneta per un’aggressione avvenuta nel 2018
Giovedì la sentenza di condanna per stupro, sabato l’ingresso in campo con la maglia del Padova nella gara di serie C tra il team veneto e la Giana Erminio: questa la scorsa settimana di Michael Liguori, che ha subito una sentenza di 3 anni e 4 mesi di reclusione per un episodio di violenza relativa al 2018.
Padova, l’attaccante Liguori in campo da condannato per stupro
Mondo del calcio nuovamente in imbarazzo a causa di un giocatore condannato per stupro. Il fatto che si tratti di una condanna non definitiva, ma solo di primo grado, non alleggerisce la posizione di Michael Liguori, attaccante del Padova capolista del girone A di serie C, a cui giovedì scorso il Tribunale di Teramo ha comminato una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per stupro.
Condannato anche un amico di Liguori, Andrea Perozzi, che sarebbe stato suo complice. Al sabato, però, Liguori è regolarmente sceso in campo nella partita vinta dal Padova in casa del Giana Erminio.
Liguori condannato per violenza avvenuta nel 2018
La violenza per cui Liguori è stato condannato risale al 2018, quando l’attaccante aveva solo 18 anni e giocava nel Notaresco, in serie D. Insieme a Perozzi, il calciatore avrebbe abusato ad Alba Adriatica di due ragazze minorenni, di 14 e 15 anni, conosciute il giorno prima in un parco acquatico. Gli avvocati hanno già presentato ricorso in appello per entrambi i condannati.
Liguori, le polemiche per la scelta del Padova
Intanto, però, Liguori continua a giocare: d’altra parte nulla obbliga il Padova a tenerlo fuori squadra, la sentenza non è definitiva. “La società non aveva alcun obbligo di sospenderlo – ha dichiarato Franco Patella, avvocato di una delle vittime alla Gazzetta dello Sport -, del resto questa è una sentenza di primo grado. Certo ci saremmo aspettati dal Calcio Padova una sensibilità diversa, nessuno ha detto ‘ci dispiace’, nessuno ha pensato alle vittime”.
Dello stesso tono le dichiarazioni dell’Assessora alle Politiche Educative e Giovanili di Padova Cristina Piva: “Io sono garantista, ma non parliamo di un ragazzo che ha preso una multa da 50 euro – la dichiarazione di Cristina Piva. Parliamo di abusi sessuali su una minorenne. Di lei non ci si preoccupa? Sono basita davanti al silenzio dei dirigenti. La Cassazione potrebbe pronunciarsi anche tra 10 anni. Questa è una vergogna per la città”.