Giornata di grandi emozioni a Budapest: la 4×50 mista domina con Di Pietro e Curtis decisivi dopo il lancio di Deplano e Miressi. Quadarella seconda nei 1.500, bronzo da record per la 4×200 sl maschile
Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. Ma a quanto pare, anche di nuotatori: il messaggio mandato dalla 4×50 mista ai mondiali di Budapest è piuttosto eloquente, con la prima medaglia d’oro della spedizione ungherese arpionata con caparbietà e feroce determinazione. Un oro strameritato che era peraltro nell’aria dopo quanto fatto vedere il giorno prima della qualificazioni, e che ribadisce il ruolo della spedizione italiana di autentica mina vagante della rassegna iridata.
Staffetta d’oro: le donne finalizzano un gran lavoro
Leonardo Deplano, Alessandro Miressi, Silvia Di Pietro e Sara Curtis hanno scritto una pagina davvero importante di storia del nuoto azzurro: con quattro frazioni a dir poco perfette hanno sbaragliato la concorrenza di nazionali quotate come Canada e Polonia, lasciate rispettivamente a uno e tre decimi tondi tondi.
Deplano ha aperto il turbo nelle prime due vasche scendendo sotto i 21” nella sua frazione (20”80), con Miressi che a sua volta ha stampato un 21”01 col quale ha consentito alle ragazze di presentarsi con un margine ristretto su chi stava davanti. E lo show l’hanno mandato in scena Di Pietro e Curtis con una facilità di recupero disarmante: 23”35 per Silvia, che ha sfogato tutta la delusione per il mancato podio (di un niente) nella gara individuale.
Sara ha completato mirabilmente l’opera abbassando di un centesimo il tempo della compagna, e confezionando un favoloso 1’28”50 che è un tempo appena 22 centesimi sopra il primato nazionale. Poco male: basta e avanza per mettere al collo la prima medaglia d’oro della spedizione alla Duna Arena, dopo le tre d’argento arrivate nei giorni scorsi.
Quadarella infinita: un argento che vale come un oro
Chi puntava dritta a una medaglia era anche Simona Quadarella, che seppur in un momento della sua carriera non troppo felice la zampata l’ha data: argento per la romana nei 1.500 vinti dalla tedesca Isabelk Gose, con record italiano sfiorato (15’30”14) e la sensazione di aver fatto quello che era nelle sue possibilità. È la prima medaglia di Simona da quando è cominciato il nuovo connubio con Gianluca Belfiore come allenatore, ed è anche la riprova di un talento che non ammette repliche, al netto (come sottolineato) di una condizione non propriamente al top in questo ultimo scorcio di 2024.
È la quinta medaglia italiana a Budapest, la quarta d’argento, ma ha un sapore e un valore davvero tendenti all’oro. “Volevo questa medaglia, era da un po’ che non nuotavo questo tempo e sono davvero felice di essermela andata a prendere. L’anno che sta per finire è stato difficile, più mentalmente che fisicamente, e allora dico che ci voleva proprio. Avrei potuto anche rinunciare a questi mondiali, di solito quando c’è una delusione forte ci si ferma e si pensa a resettare, ma ho voluto ripartire subito e sono davvero contenta di quello che ho fatto”.
Curtis, la prima volta iridata. Gretchen Walsh spaziale
Tornando a Sara Curtis, la più giovane della pattuglia italiana presenta a Budapest, si tratta della prima medaglia iridata in carriera. E la fatica per quanto fatto evidentemente l’ha un po’ pagata nell’altra finale di giornata alla quale sapeva di prendere parte, quella dei 50 dorso, vinta dalla statunitense Regan Smith col nuovo primato del mondo (25”23) e l’azzurra che s’è dovuta accontentare del sesto posto (26”26).
La collezionista dei record del mondo rimane però Gretchen Walsh: l’americana ha ritoccato di due secondi quello dei 100 farfalla, che già aveva piallato in mattinata scendendo per la prima volta sotto i 54 secondi (in finale è andata sotto i 53”). Poco dopo la Walsh è andata ancora oltre: sfida con l’altra americana Kate Douglas (fresca di record del mondo sui 200 farfalla) sui 100 misti e nuovo oro con annesso record del mondo (55”11), a riprova di una condizione stratosferica.
Bronzo da record nella 4×200 maschile
Anche l’ultima gara di giornata sorride ai colori azzurri: la 4×200 sl maschile si prende un bronzo che vale tanto dietro gli Stati Uniti (record mondiale frantumato) e l’Australia. Per il quartetto italiano la prestazione finale di 6’47”50 vale il nuovo primato nazionale, con la Germania letteralmente sverniciata nell’ultima frazione, quella dove è entrato in gioco Alberto Razzetti, capace di recuperare quel poco svantaggio mantenuto dai tedeschi fino a tre quarti di gara. Filippo Megli, Manuel Frigo e Carlos D’Ambrosio hanno portato la prima medaglia di bronzo della spedizione, confermando h a crescita esponenziale in un settore che continua a regalare grandi soddisfazioni. Per l’Italia una giornata trionfale: tre medaglie, una per metallo, e la sensazione di un potenziale che potrebbe regalare tante gioie in futuro.