L’ex re dei Giochi si confessa dopo le Olimpiadi di Parigi, la testimonianza sul Villaggio e la spiegazione sul mezzo flop dei nuotatori Usa
Con una bacheca colma di 28 medaglie, 23 d’oro in carriera, Michael Phelps a buon diritto si può definire mister Olimpiadi. L’ex campione di nuoto in questi giorni è stato forse l’unico a vedere solo i lati positivi dei Giochi di Parigi: mai una critica sulla cerimonia, sull’idea di nuotare nella Senna, sul Villaggio. Intervistato dal Corriere della Sera il recordman Usa si confessa alla fine della kermesse francese.
Phelps e i sospetti sul doping
Un suo cavallo di battaglia è sempre stata la lotta al doping: «Il punto centrale è questo, dobbiamo essere tutti sottoposti agli stessi test, altrimenti non giochiamo ad armi pari. Andate a vedere quante volte sono stato testato nella mia carriera: ecco, non credo di aver mai gareggiato in un campo di gioco pulito. Sospettavano anche di me, dei miei record, così nel 2008 mi sono sottoposto a più test alla settimana di sangue e urine: per poter dire che ho vinto 23 medaglie d’oro olimpiche in modo pulito. Ma se vieni trovato positivo, poi, non devi più gareggiare. Ci sono i Giochi degli imbroglioni, questi sono i Giochi olimpici: mi si spezza il cuore vedere persone che si impegnano per quattro anni e vedono i sacrifici vanificati perché qualcuno ha imbrogliato. Il record del cinese Pan sui 100 stile? È pazzesco ma senza prove non si può puntare il dito contro nessuno. Capisco che la Cina abbia un microscopio puntato sopra».
Dopo un passaggio sulla cerimonia d’apertura («Incredibile. Mi sono venuti i brividi, è la magia delle Olimpiadi, a Parigi il mondo è tornato a riunirsi dopo il Covid, grazie Parigi. Non vedo l’ora di partecipare alla cerimonia di Los Angeles, sperando che me lo chiedano») Phelps si sofferma su Leon Marchand che si allena con il suo ex allenatore, Bob Bowman negli Usa: «Parlo con Bob quasi ogni giorno, non sono sorpreso dei risultati di Leon. Era preparato e pronto a gestire la pressione di casa. I due ori nei 200 farfalla e 200 rana nella stessa sera sono stati una delle imprese più grandi che ho visto. Io cercavo di essere il primo a realizzare certi record, lui ha lo stesso obiettivo. Quando ha battuto il mio record nei 400 misti non ero arrabbiato, è così che deve andare».
Ceccon e il villaggio, polemica infinita
Poi si passa a Thomas Ceccon e alle polemiche sulle difficoltà a dormire nel Villaggio: «Mia moglie mi ha mandato la foto di lui che fa un pisolino nel parco. Ho pensato che fosse un po’ folle, ma si vede che ne aveva bisogno, che cercava pace e l’ha trovata. Adoro guardarlo nuotare. L’ho incontrato ai Mondiali e mi è sembrato un bravo ragazzo, con i piedi per terra. Io ho sempre alloggiato al Villaggio, così mi sentivo parte dei Giochi. Ho visto che molti atleti Usa a Parigi stavano in hotel, una volta non era permesso. Le mie caviglie pendevano dal letto, avevamo tre o quattro ventilatori, mi adattavo. Non c’è niente di meglio che essere in una specie di piccola città e vedere atleti da tutto il mondo riuniti».
Per i nuotatori Usa non è stata un’edizione fortunata, il minor numero di medaglie d’oro dall’88: «Il nuoto si è aperto al mondo, una volta eravamo noi e l’Australia, adesso tanti Paesi continuano a migliorare. Sì, è una delle peggiori prestazioni della storia degli Usa. A Los Angeles spero saremo più preparati».
Phelps spiega perchè non tornerà alle gare
Infine Phelps spiega che, nonostante gli manchi la competizione, non tornerà in vasca: «Credo che la cosa che mi manchi di più sia stare in cima al podio. Ho trovato altri modi per competere, tipo giocare a golf con gli amici. Mio figlio mi ha chiesto se avrei potuto ancora entrare in acqua e gareggiare con questi ragazzi. Gli ho risposto: “Se volessi credo che potrei, ma poi papà sarebbe sempre in piscina. Non ti porterei a scuola, non ti preparerei la cena”. Allora lui mi ha detto: “Non voglio allora”. Quindi no, non tornerò».