Il tecnico italiano dopo l’alluvione dei giorni scorsi: quella con i rossoneri per lui è una partita “speciale”. “Ma sarà difficile scendere in campo”. La Uefa dispone un minuto di raccoglimento prima di tutte le partite in Europa
Un minuto di silenzio prima delle partite europee di questa settimana: è quanto ha disposto la Uefa in seguito alla tragica inondazione che ha sconvolto tutta l’area di Valencia, in Spagna. Attualmente sono 222 le vittime accertate, ma il bilancio è destinato a salire.
Ancelotti non dimentica l’alluvione di Valencia
Un minuto di silenzio però non può bastare, almeno secondo il parere di Carlo Ancelotti, che oggi ha parlato in vista del match di domani sera tra Real Madrid e Milan. Una partita speciale, per lui cuore rossonero e da anni alla guida delle merengues: ma tutto ciò passa in secondo piano, come ha tenuto a specificare il tecnico, a fronte della tragedia vissuta nei giorni scorsi. In Spagna l’allenatore del Real Madrid è una figura di una certa importanza, e nella conferenza stampa Ancelotti ha risposto a domande più da politico che da allenatore di calcio, non mancando di sottolineare che forse, a sto giro, ci si doveva fermare tutti.
Real Madrid-Milan, sfida tra regine
Real Madrid e Milan si sfideranno per la sedicesima volta nella storia, nel quarto turno di Champions League per un match tra regine: ventidue Champions League complessive in bacheca. Nessuno, nell’Europa dei grandi, ha vinto come loro. Ed entrambe sono legate da un comune denominatore che si chiama Carlo Ancelotti. “E’ il derby d’Europa per quello che è successo nella storia. Sono le due squadre più titolate, due club che sono molto legati a questa competizione. Sono emozionato. Sono due squadre che hanno marcato la mia carriera: per me è una partita speciale perchè giochiamo contro il Milan, tutto però è in secondo piano“.
“La Liga avrebbe dovuto fermarsi”
Il riferimento, inevitabile, è alla tragedia di Valencia: “Proviamo tanta tristezza. Siamo molto vicini al popolo valenciano. E speriamo si possa risolvere presto. Credo che comprendiate che parlare e giocare a calcio in questo momento è molto complicato, siamo parte di questo Paese e questo ci colpisce molto. Non ho nessuna voglia di parlare di calcio, anche se per me è una partita speciale quella di domani e mi piacerebbe parlarne, ma credo che per rispetto bisogna farlo il meno possibile”. Avrebbe dovuto fermarsi anche la Liga perchè “Il calcio è la cosa più importante ma anche meno importante della vita; è festa ma si festeggia quando si sta bene”, la decisione però è stata presa dall’alto. “Il potere che abbiamo è zero“.
Ancelotti non ci sta: non abbiamo voce
“Noi nel weekend siamo stati fortunati a non giocare, ma altri hanno dovuto farlo. Tutti gli allenatori hanno detto che nel fine settimana in Liga bisognava fermarsi ma la loro voce è rimasta inascoltata. Tanto noi come i giocatori siamo dei meri impiegati, facciamo quello che ci dicono di fare e il nostro potere decisionale è pari a zero”. Nessun giudizio politico: “Non sta a me giudicare, non ho i mezzi per dare un’opinione e non è il mio ruolo, La politica è complicata, qui come altrove. Io guardo, soffro, m’informo e posso solo esprimere la mia solidarietà: capisco la frustrazione di tante persone che hanno perso tutto, e posso solo mandare loro un messaggio di appoggio e invitare tutti i cittadini a dare una mano. C’è una frase che viene utilizzata in queste occasioni, ‘Lo spettacolo deve andare avanti’, ma per non è così, non dev’essere così. Non sono d’accordo. Ma non possiamo fare nulla, subiamo la decisione e siamo obbligati a fare qualcosa che non vogliamo fare”.
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