Denuncia gravissima della discobola Daisy Osakue, primatista italiana della sua specialità: è stata scambiata per una ladra dall’addetto alla sicurezza di Apple Store a Torino.
Una disavventura denunciata sui social, e tanto basta per scatenare un vero e proprio putiferio. Perché Daisy Osakue, discobola italiana protagonista anche alle recenti olimpiadi di Parigi 2024 con l’ottavo posto nella finale (nonché primatista nazionale nella disciplina con 64,57 metri), s’è sfogata dicendo di essere stata scambiata per una ladra all’interno di un Apple Store di Torino. Il tutto, a suo dire, unicamente per essere una ragazza di colore.
L’addetto alla sicurezza e l’accusa di furto
Il video postato sui propri canali social ha subito fatto il giro del web, anche perché Daisy non è stata certo “parca” nell’accusare il personale all’interno dello store. “Momento sfogo. Evidentemente colpa mia perché dovevo farmi gli affari miei e starmene a casa. Per una volta che esco, voglio fare un giro perché c’è anche il sole. Entro da Apple perché mi serviva un adattatore per il telefono nuovo, vado al piano di sotto per vedere anche le cuffie Apple. E li mi ferma un addetto alla sicurezza dicendomi “devi pagare prima di andare”.
Lo stupore dell’atleta è evidente, tanto che sulle prime ammette di non aver compreso quelle parole. “In che senso devo pagare? Dopo che ho finito di guardare quello che devo, pagherò”. Il ragazzo che l’aveva fermata però replica dicendo di essere lì per fare il lavoro per il quale viene pagato. È a quel punto che Osakue ha mostrato il tesserino delle Fiamme Gialle, il gruppo sportivo della Finanza per il quale gareggia da sempre, e solo a quel punto l’addetto alla sicurezza l’ha lasciata proseguire il suo tour all’interno dello store.
Osakue stizzita: “Perché quella scenata davanti a tutti?”
Daisy, visibilmente infastidita, ha aggiunto anche le parole che ha rivolto a colui che l’ha fermata. “Guarda senza offesa, hai bloccato me e non hai bloccato nessun altro, perché? Giusto per farti capire la figura che stai facendo, hai fermato l’unico militare di colore e l’hai bloccato perché pensavi stesse rubando”.
Osakue ha spiegato che l’addetto alla sicurezza non ha ribattuto alle sue parole, né tantomeno ha aggiunto altro dopo aver visto il tesserino mostrato dall’atleta. Daisy ha terminato il video aggiungendo “quello che mi dà più fastidio è che mi abbia fermata in mezzo a tantissime persone, stavo scendendo le scale con un adattatore da 25 euro in mano, non stavo rubando il negozio”. Una dipendente dello store, vedendo da lontano la scena, ha poi chiesto a Daisy se fosse tutto a posto: lei le ha risposto che avrebbe subito pagato l’adattatore, benché avrebbe potuto farlo tranquillamente una volta che si fosse recata al primo piano.
L’accusa di razzismo è però passata in modo evidente: detto che quello di Osakue non sia uno dei volti più riconoscibili dell’atletica nazionale (eppure è nata a Torino nel 1996 da genitori nigeriani regolarmente immigrati: almeno la gente del posto non dovrebbe fare molta fatica nel riconoscerla), di sicuro quanto è accaduto è servito un volta di più a sdoganare un malcostume tutto italiano che più volte in passato ha visto la stessa Daisy protagonista di episodi assimilabili a questioni razziali, come già accaduto nel 2018.