Il 29enne di Canberra nella squadra dell’Australia per il primo turno del torneo a squadre, a Stoccolma contro la Svezia: ma Iga si toglie un sassolino dopo i veleni su di lei.
Gioie e dolori per Nick Kyrgios. La buona notizia gliel’ha data Lleyton Hewitt, capitano della nazionale australiana di Davis, che lo ha chiamato – a sorpresa – per il primo turno della prossima edizione della coppa tennistica più prestigiosa. La cattiva, invece, gliel’ha recapitata Iga Swiatek attraverso un podcast. La leonessa polacca s’è stufata d’essere diventata – al pari di Jannik Sinner – il bersaglio delle invettive e degli strali del 29enne di Canberra. E s’è tolta un sassolino, replicando finalmente ai veleni che Nick le ha riversato contro.
Coppa Davis: Kyrgios convocato per Svezia-Australia
Non era scontata la convocazione di Kyrgios, che farà parte della spedizione australiana a Stoccolma nella sfida contro la Svezia, in programma tra il 31 gennaio e il 2 febbraio. Kyrgios è stato convocato da Hewitt al pari di Alex de Minaur, Jordan Thompson e Thanasi Kokkinakis, che affronteranno Elias Ymer, Leo Borg, Andre Goransson e Filip Bergevi, la selezione svedese capitanata da Simon Aspelin. Dopo aver “riassaggiato” il mondo dei tornei pro, dunque, Kyrgios si rimetterà in pista anche sul fronte della Davis.
Allenamento con Sinner: l’attacco di Nick a Cruz Hewitt
La convocazione di Kyrgios segue le polemiche e i dibattiti scatenati – guarda un po’ – dagli atteggiamenti sopra le righe di Nick sui social. Qualche giorno fa Nick aveva commentato con durezza l’allenamento di Cruz Hewitt, il figlio del capitano dell’Australia, con Jannik Sinner a Melbourne. Evidentemente Lleyton, ex numero 1 al mondo, ha capito il tono è ci è passato sopra. Lui Kyrgios lo conosce da una vita. Non così Iga Swiatek, che invece non è stata altrettanto comprensiva.
Caso doping, Swiatek replica – finalmente – a Kyrgios
La polacca, intervenuta nel podcast “Tennis Insider Club”, ha replicato a muso duro alle malignità di Kyrgios, pur senza citarlo direttamente: “Mi sento in pace con me stessa, non ho fatto nulla di male però è difficile vedere come quasi nessuno la pensi allo stesso modo. Non è bello essere trattata come se fossi una bugiarda“. E ancora: “Ho lottato per realizzare i miei sogni, tutto questo porta le persone a non riconoscere i miei sforzi e i miei risultati, come se mi guardassero in modo diverso. In tanti venivano a chiedermi autografi e selfie durante le indagini e mi chiedevo: cosa faranno quando la questione verrà alla luce?‘”.